Tutto Totò, un bene culturale di Napoli
La mostra sull’artista a 40 anni dalla morte. La figlia: «È dedicata al popolo che lo ama». Una notte con il suo cinema all’Arena Flegrea
Donatella Longobardi Una gigantografia di Totò è stata sistemata proprio al centro della sala dei Baroni, là dove fino a qualche tempo fa si riuniva il consiglio comunale. «Credo che Totò si sarebbe commosso», dice la figlia, Liliana de Curtis, mentre dall’alto l’illustre papà sembra prendere in giro tutti col suo sorriso beffardo. «Da via Santa Maria Antesaecula, nel cuore del rione Sanità, al Maschio Angioino, ne ha fatta di strada», nota ancora Liliana con un filo di commozione, il volto del principe incorniciato d’oro legato al collo. Intorno a lei il sindaco Iervolino, il presidente della Provincia, Di Palma, e quello della Regione, Bassolino, riuniti insieme per inauguare in pompa magna la grande mostra sulla vita e l’arte di Totò a 40 anni dalla morte. Un anniversario che Napoli ricorderà anche domenica con l’inaugurazione del Parco Totò a Bagnoli dove è stata sistemata una sua statua in bronzo. Il 25 maggio, invece, a chiusura dell’esposizione, festa concerto nel cortile di Castelnuovo con Gianni Lamagna, i ragazzi della Sanità e la voce di Liliana de Curtis. «Ma pensiamo anche a una lunga notte con Totò e il suo cinema all’Arena Flegrea», annuncia Bassolino. «Totò è uno dei beni culturali di Napoli - aggiunge il governatore - un personaggio che la città non dimentica perché vive nei nostri cuori, fa parte della nostra vita con i suoi gesti, le sue battute, il modo di approcciarsi alla vita». Il Museo Totò alla Sanità, comunque, è ancora chiuso, nonostante il grande appartamento a Palazzo dello Spagnolo concesso più di dieci anni fa dalla Regione sia stato appositamente restaurato e già allestito con fondi comunali. «I progetti ci sono, sto seguendo attentamente il caso», assicura l’assessore alla cultura Nicola Oddati che pensa di recuperare anche la casa dove il comico nacque, in via Antesaecula. «Non si riesce a realizzare l’ascensore - spiega - perché manca l’autorizzazione del condomimio e ci sono dei contenziosi aperti anche con la società che aveva in appalto i lavori che avrebbe creato danni nel vano scala nel corso dei restauri». Nel museo dovrebbero trovare sede stabile i cimeli in possesso della famiglia, ora in mostra a Castelnuovo, esposti per la prima volta a Napoli dopo aver girato mezzo mondo. Liliana de Curtis, con la figlia Diana che ha curato personalmente l’esposizione, ne mostra le curiosità al sindaco con orgoglio e affetto. Le cartoline che lei e la mamma scrivevano a Totò, gli oggetti cui il principe de Curtis teneva di più, il suo orologio, la sua spazzola, la sua vestaglia da camera, il baule da viaggio che lo seguiva nelle tournée in giro per l’Italia, il costume del suo Pinocchio. Il percorso inizia nell’antisala dei Baroni con una breve biografia del comico e l’elenco dei suoi film. E le prime foto. Sono degli anni Trenta e ritraggono il principe con la moglie Diana in viaggio a Malta. Poi si va avanti. Ed ecco gli anni Quaranta, il varietà, i primi film, le foto con Anna Magnani e Michele Galdieri, le caricature di Fellini. È un diluvio di locandine, foto, ricordi. «È una mostra dedicata al popolo di Napoli, a quanti lo amarono, lo amano e lo hanno reso grande», dice Liliana. «In effetti c’è sia il Totò pubblico che il Totò privato», spiega Diana de Curtis, «per fornire uno spaccato della sua vita abbiamo pensato fosse giusto offrire al pubblico i vari aspetti, il lavoro ma anche i suoi affetti, la famiglia, le vacanze». Ecco Liliana di profilo che paragona il suo naso a quello del padre, eccola giovane sposa con i figli Diana e Antonio o al mare, al fianco del genitore. Ecco il principe in atteggiamento affettuoso con il nipotino: «Quello di accarezzare la testa era uno dei suoi gesti abituali - racconta Liliana - Totò era un nonno straordinario, con i bambini era tenero e affettuoso, molto lontano comunque dal personaggio comico che tutti conosciamo al cinema». «Con lui parlavamo solo in francese», sottolinea Diana che sul celebre nonno prepara un film-documentario che sarà presentato alla prossima Festa di Roma, dove a Totò sarà dedicato un grande omaggio. «Abbiamo fatto già dei sopralluoghi e ne stiamo facendo altri, anche qui a Napoli e a Capri, dove spesso passava le vacanze. La nostra troupe girerà delle scene nei luoghi della sua infanzia, al rione Sanità, cui Totò era sempre molto legato». E il museo, Diana? «Che dire, speriamo che si risolva presto l’annosa questione dell’ascensore. Credo ci siano tutte le premesse, finalmente. Quello che mi preme, comunque, è che alla fine si realizzi una struttura viva, che dia un contributo allo sviluppo del quartiere, che aiuti i bambini della zona, i piccoli Totò a crescere. Per questo nel museo non ci sarà solo una semplice esposizione, c’è un teatro per 70 posti, una videoteca. Totò non può rimanere solo nella memoria, deve guardare avanti».
Articolo de "Il Mattino" del 24/04/07