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548: IL PIU' BEL FILOBUS D'ITALIA

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2009 09:45
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27/08/2009 00:17
 
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tranviere junior
proviamo a fare un pò di chiarezza...
come accenno nel titolo proviamo a fare un pò di chiarezza sul tema restauri e su quello specifico del filobus 548. Mi sembrava che nel post di Augusto il concetto fosse stato espresso, e lo avevo ribadito, in maniera più che chiara, ma dopo qualche giorno mi accorgo che così non è.
Esistono diverse scuole di pensiero in merito alla filososfia con la quale ci si approccia a restaurare qualsiasi cosa, nel nostro specifico mezzi di trasporto. Il concetto "americano" prevede che se un mezzo è composto da almeno il 40% di componenti di costruzione antiquata si può considerare storico, anche se poi nel suo aspetto complessivo il veicolo non richiama affatto nessuno degli aspetti che aveva avuto, o non è mai esistito in precedenza. Ad esempio cito il centinaio di vetture tipo "1928" che ATM vendette, tramite Gomaco, negli Stati Uniti a metà degli anni '90; di quel lotto solo una quindicina è giunta intera a destinazione, mentre le rimanenti vennero completamente spogliate di tutti i componenti, che andarono a equipaggiare altrettanti "tram d'epoca" nuovi di zecca. Qualcuno di noi ricorderà bene le casse di queste 1928 accatastate in un capannone nel lodigiano; sicuramente una trovò un riutilizzo come negozio di fiori, per le altre chissà...
Tuttavia normalmente si tende a ripristinare un veicolo nelle condizioni che ha mantenuto per l'arco di tempo più lungo, o in quello che è più realisticamente compatibile con le condizioni in cui è il mezzo stesso quando ci si appresta ad operare. Più si tende a retrodatare e più aumentano le difficoltà nel reperimento della documentazione e di materiali aventi le medesime caratteristiche.
E' inconcepibile pensare di affrontare un qualsiasi restauro confidando solo sulla disponibilità di componenti di ricambio risalenti all'epoca della costruzione del mezzo sul quale si intende operare, l'importante è che le caratteristiche siano conformi a quelle originali: se un sedile era di similpelle marrone dovrà essere ricostruito come tale, con lo stesso disegno e forma, ma la similpelle non potrà essere quella del 1958 nel caso specifico, così come i legni nel caso di panche in legno, ma saranno sicuramente contemporanei. Questo è un concetto che non è contestabile a priori, in quanto è la stessa filosofia che viene utilizzata anche per il ripristino di veicoli di grande pregio e valore economico, in Italia siamo tra i migliori al mondo, la riprova è su tutte le riviste del settore. Da tutti i continenti facoltosi collezionisti portano le loro Ferrari, Maserati, Alfa Romeo a rinascere negli "atelier" di valenti artigiani nazionali, ma nessuno di essi ricostruirebbe cruscotti con radica di sessanta e più anni fa, o interni con pelli conciate da qualche lustro lasciate poi ad ammuffire su qualche scaffale, con il rischio di compromettere poi il risultato finale.
Ci sono poi appassionati che all'opposto, sfoggiano mezzi, anche di pregio, magari con verniciature pesantemente deteriorate, interni con sellerie allo sfascio, meccaniche dall'affidabilità precaria, vantandone la vera originalità; il risultato che se ne ha però è a volte veramente deprimente.
Certo, si può affermare che in qualche caso i restauri siano troppo "spinti" e cioè che da un telaio nudo si arrivi a ricostruire una vettura completa con l'ausilio di componenti "strutturali" tutti ricostuiti, in ambito ASI è una discussione aperta se considerare tali esemplari come ricostruzioni o vere e proprie repliche.
Non è il caso della 548 e del suo incriminato cruscotto, appena trovo il disegno originale lo posterò, non si poteva pretendere che lo si ricostruisse con formica sbiadita dal tempo, così come la verniciatura esterna non sarà stata eseguita con vernice alla nitro ma con pitture a norma, ripeto quello che conta è che il risultato finale del lavoro sia conforme con uno degli aspetti che il mezzo ha assunto nel corso della sua carriera ed all'epoca alla quale fa riferimento.

Ultime righe (!) in merito alle 250 "carrello" che ATM ha revisionato tra il 1988 ed il 1992: in questo caso, Egr. Cori x, non si tratta proprio di restauro ma di revisione generale atta a prolungare la vita operativa del mezzo e a migliorarne l'affidabilità in servizio. A fronte di legni lucidati a flatting, bellissimi a vedersi, i tram in questione ricevettero tubi in rame per il circuito pneumatico in luogo di quelli di acciaio, nuovi cavi AT con isolamento in classe A ignifughi, comando indiretto delle porte tramite elettrovalvole a 24V anzichè tramite rubinetti, circuito di illuminazione a 24V alimentato da convertitore Parizzi installato ex novo, nuovo cruscotto per il conducente raggruppante le principali spie di segnalazione, comando indicatori di direzione e manometro pressione aria serbatoi, impianto aria soffiata per riscaldamento e sbrinamento vetri, rimozione zatteroni base trolley sul tetto e carenatura sui paraurti posteriori anti "portoghesi", più altre meramente tecniche che sarebbe noioso elencare.
Per quanto riguarda il "mio amato" 411, citato ad esempio di correttezza, ad essere proprio pignoli qualche inesattezza invece ci sarebbe: proprio il cruscotto, asportato durante i lunghi anni di accantonamento, è stato ricostruito con forma simile ma non esattamente uguale all'originale; anche il manometro ed il tachimentro sono di disegno diverso e più moderni degli orignali, così come il coperchio del tappo del radiatore non è più quello in fusione di alluminio, ma è un fac-simile nella forma con stemma Fiat applicato; anche i numeri matricolari stencil non sono conformi al capitolato ATM, ma a questo si porrà presto e facilmente rimedio.
Ma piuttosto che un cumulo di ruggine perfettamente conforme all'originale...

Chiedo scusa per la lunghezza del post.

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