Totti-Mannini: vicende simili, esiti diversi
Ecco cosa accaduto al capitano della Roma due anni fa
Di seguito riportiamo un articolo tratto dall'archivio della Gazzetta dello Sport, relativo ad un episodio che aveva come protagonista Francesco Totti, presentatosi in ritardo ad un controllo anti doping. L'esito della vicenda? Inutile dire che non andò a finire come quella di Mannini...
"Una pipì in ritardo di 13 minuti ha rischiato di creare un caso attorno al controllo antidoping effettuato da Francesco Totti domenica 13 maggio, giorno di Roma-Torino, 1-0 per la squadra ospite. Il caso, che in realtà non c' è mai stato, è stato chiuso ieri con l' archiviazione del procedimento da parte della Corte di giustizia federale. In estate, Totti era stato ascoltato dal capo della Procura, Ettore Torri, che ha poi chiesto l' archiviazione della pratica.
LA RICOSTRUZIONE: Totti si sarebbe presentato al controllo dell' antidoping con 13 minuti di ritardo per una ragione banale: era stato colpito da un avversario alla caviglia sinistra, quella operata, e, dolorante, aveva deciso di farsi immediatamente visitare. Successivamente, Totti si è presentato al test, con la borsa del ghiaccio sulla caviglia, ma il ritardo è stato ugualmente rilevato e segnalato dall' ispettore addetto quel giorno alle procedure antidoping. Dopo la pipì, Totti è andato direttamente nella clinica Fatebenefratelli, dove la sera prima era nata la figlia Chanel. Il capitano della Roma era accompagnato dal medico del club, Mario Brozzi, per una ragione molto semplice: per motivi di precauzione, Totti aveva espresso il desiderio di fare l' esame della risonanza magnetica per controllare lo stato della caviglia.
L' INTERROGATORIO: La seconda puntata c' è stata quest' estate, ad agosto, quando in una Roma bruciata dal sole Totti è stato interrogato dal capo della Procura antidoping del Coni, Ettore Torri. Totti si è presentato con il suo preparatore atletico, Vito Scala, e con il dottor Brozzi. Il colloquio è durato un quarto d' ora. Torri ha chiesto spiegazioni a Totti sul ritardo di quella domenica. Il capitano ha esposto le sue ragioni e ha consegnato a Torri la documentazione degli esami alla caviglia effettuati quel giorno. Torri ha preso atto, spiegando però al capitano della Roma «che i controlli sono una cosa seria e le procedure vanno rispettate». Torri ha interrogato anche il dottor Brozzi, che ha confermato la versione di Totti. Il regolamento antidoping concede un' ora di tempo per effettuare i controlli, con una eventuale proroga di 30 minuti: ma quanto ha tardato Totti?
LE CRONACHE DI QUEL GIORNO: Nella cronaca c' è la conferma che Totti, dopo una notte insonne, era stato colpito alla caviglia ed era stato costretto a sottoporsi all' esame della risonanza magnetica. Totti aveva stretto i denti e giocato tutta la gara per un motivo molto semplice: era la terzultima giornata di campionato ed era in corsa per il titolo di capocannoniere e la Scarpa d' oro.
I MALUMORI: La pratica è arrivata in giudizio solo per una questione regolamentare: la Procura antidoping, infatti, non può disporre l' archiviazione di una vicenda portata alla sua attenzione, ma deve rivolgersi obbligatoriamente all' organo giudicante della federazione per «chiedere» l' archiviazione stessa. Se il caso fosse passato dalle stanze del superprocuratore Palazzi, l' archiviazione sarebbe stata automatica. Ma neanche i vertici del Coni erano stati informati e questo ha creato qualche malumore".
Tuttonapoli.net