Non sono d’accordo con Aerfer in molti punti.
Innanzitutto, vorrei dissentire fortemente con il valore di 1400 pax/ora che viene preso a riferimento per valutare la convenienza di costruire il ramo della tranvia verso Bagno a Ripoli.
Dieci anni fa, prima che Passo Duomo e tagli governativi dimezzassero il TPL in questa porzione di città, in ora di punta mattutina vi erano in direzione centro 12 corse l’ora del 23, 10 del 31/32, 3 del 33, 6 dell’8. Totale 31 bus all’ora, senza contare quelli del servizio extraurbano.
Siccome vivo in questa zona e ho sempre usato il TPL, vi assicuro che tutti questi bus erano pieni quando non sovraccarichi. Anche considerando che portassero solo 60 persone ciascuno, farebbero comunque 1860 passeggeri l’ora in ora di punta. Questo valore mi dà una misura di quale volume di traffico potrebbe generare questa zona se avesse a disposizione una forma di trasporto efficiente, frequente e regolare come la tranvia. In più, la capacità di una tale forma di trasporto di sottrarre passeggeri al modo automobilistico, mi fa pensare che si possa raggiungere un volume di traffico molto maggiore a 2000 passeggeri all’ora nelle ore di punta: in effetti la mattina arrivano in città da questo settore 8000 automobili, quindi circa 10000 persone; intercettarne anche solo un 10% produce stime abbastanza più alte.
I 1400 pax/ora riportati in qualche documento (quale?), così come i 5 Milioni di passeggeri annui che ho sentito altrove - due valori tr loro confrontabili - ho l’impressione che si riferiscano invece al traffico previsto da/verso Bagno a Ripoli. Ma il ramo sud della tramvia non sarebbe solo una nuova tranvia che serve a collegare Bagno a Ripoli, ma servirebbe tutto il territorio da Piazza Gavinana in là.
Quindi la sostenibilità economica va vista su tutto il territorio attraversato.
Un problema non secondario, certo, è come ubicare il capolinea in relazione ai poli attrattori: in realtà Bagno a Ripoli è costituito, oltre che dal capoluogo, dalle due frazioni di Antella e Grassina, e ci troviamo l’importante plesso didattico Volta-Gobetti e l’Ospedale del Ponte a Niccheri. Da un punto di vista dell’esercizio, la ramificazione della tranvia nei tre tradizionali rami 31,32, e 33 sarebbe ottimale, dal momento che suddividerebbe i tre servizi a coprire tutti questi poli, ognuno con una frequenza più bassa. Ma da un punto di vista costruttivo, diventerebbe difficile e molto onerosa. Non nego che la soluzione BRT potrebbe essere più vantaggiosa per servire tutti i tre rami a costi contenuti, e senza imporre rotture di carico.
Ma in fin dei conti, credo che sia sbagliato considerare l’estensione del tram a Firenze Sud, così come a Coverciano, solamente alla stregua della costruzione di una nuova linea isolata, considerandone solamente i parametri di potenziale utilizzo.
In realtà si tratta di completare in tutta la città un sistema che è attualmente monco. Il sistema tranviario è stato pensato per coprire tutta la città, con i due rami a est e sud-est di Coverciano e di Bagno a Ripoli.
Scegliere invece un BRT per la parte est della città non contribuisce a sanare la frattura che inevitabilmente si genera tra due semi-citta diversamente infrastrutturate. Si pensi ad esempio alla rottura di carico obbligata da questa scelta nei percorsi passanti est-ovest: una coincidenza tra BRT e tram alla Stazione, in un ambito densamente trafficato, sicuramente non tra banchine adiacenti. La divisione tra le due semicittà apparirà evidente tra un anno, con l’apertura delle due nuove linee, con una terza a seguire.
Si tratta quindi di una scelta urbanistica, prima ancora che trasportistica. Se il sistema tranviario è stato scelto come infrastruttura portante del trasporto a Firenze, lo deve essere per tutta Firenze, e non solo per una metà, anche se fosse la metà meno densamente popolata e con meno poli attrattori. Si potrebbe pensare a una Parigi in cui la metropolitana coprisse solo la Rive Droite, solo perché non si sapeva come superare la Senna?
Ho paura invece che la scelta di studiare il BRT sia un modo proprio per evitare di superare la Senna, cioè di affrontare quello che è il problema principe della tranvia a Firenze: come attraversare il centro per servirlo e per andare a servire la parte est. La soluzione c’è, ed è lì da ormai da dieci anni, ma si preferisce rincorrere altre chimere.
Ho già perso la speranza di poter un giorno andare a lavorare in tram - ormai non ci sono più i tempi tecnici - ma non perdo la speranza in una Firenze - TUTTA - più vivibile.
Alessandro F.